martedì 22 luglio 2014

L'Unione dei Comuni per fronteggiare la crisi. Una strada percorribile anche in Martesana?

Sabato 19 Luglio ho partecipato insieme ad altri Consiglieri Comunali di Cassina de’ Pecchi al primo di alcuni incontri formativi per Amministratori organizzati da Anci Lombardia.
Questo primo appuntamento è stato dedicato alla gestione associata dei Sevizi Comunali, ovvero alle possibili forme di collaborazione fra Enti. Un tema di primaria importanza, perchè adottare politiche comuni in un periodo di crisi e quindi di ostacoli comuni è un fine, un obiettivo delle Amministrazioni locali, al di la poi del colore politico che le caratterizza.
La logica del campanile è ormai superata, forse in modo irreversibile: questo il filo conduttore dell’incontro. Lo scrivevo già diverso tempo fa, in occasione di un Seminario del Partito Democratico sulla Città Metropolitana. I Comuni non possono (e non vogliono più) ragionare in termini di singoli. In un momento storico a tratti drammatico come quello che stiamo attraversando, sotto il profilo sociale ed economico, colpiti da una crisi senza precedenti, la sola strada da intraprendere per contrastare e vincere le difficoltà e le paure è quella di agire insieme, in un ottica di Comuni che uniscono risorse, capacità, eccellenze, innovazione. Un tema complesso, certo, che va a scardinare anche convinzioni ed egoismi stratificati, ma che, a ben vedere ha poche alternative.
Sulla base di esperienze già collaudate, Sabato mattina, si è parlato molto di “Unione dei Comuni” ovvero di quell’esperienza avviata da tempo in diverse zone d’Italia nata e sviluppatasi per far fronte alle scarse risorse, all’incertezza normativa e al mutamento delle esigenze della Società. L’Unione dei Comuni è un Ente locale a tutti gli effetti, normato per legge, che nasce da due o più Comuni che all’Unione delegano funzioni di diversa natura, gestite in modo condiviso. Perché nascono le Unioni dei Comuni? Per tre semplici motivi: per ridurre i costi dell’attività, per avere un diverso rapporto con l’esterno, per una maggiore efficienza nelle risposte ai cittadini. Il processo di unificazione ad oggi si è sviluppato soprattutto tra comuni “piccoli”, ma è bene ricordare che oltre il 70% dei Comuni italiani è al di sotto dei 5000 abitanti, media rispettata anche nella nostra Regione. A proposito di Lombardia, la nostra è la terza regione in Italia per numero di Unione dei Comuni, davanti abbiamo solo il Piemonte (con 304 Unioni) e la Sardegna (con 277 Unioni). Dei 1531 Comuni lombardi, ben 227 sono stati interessati da questo processo, che ha dato vita a 61 Unioni, con una adesione media pari al 3,72% della popolazione interessata. A Milano, due Unioni di Comuni: quella “Dei Navigli”, che interessa i comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone (5300 abitanti) e quella a noi vicina di “Basiano e Masate” (poco più di 7000 abitanti).
I processi di unificazione, di gestione associata, di collaborazione tra enti sono diversificati, hanno una lunga storia alle spalle e spesso sono conseguenza l’uno dell’altro. Se solo pensiamo ai profondi cambiamenti che stanno interessando e che ancora interesseranno gli Enti intermedi (come le Province) destinate a sparire e a trasformarsi in “qualcosa d’altro”, capiamo bene che la morfologia delle Amministrazioni locali è destinata a mutare profondamente. La “Città Metropolitana”, che entrerà in vigore dal 1 Gennaio 2015, è un esempio di quel che stiamo dicendo. All’interno di questa, avranno sempre più peso (politico ed economico) le Unioni dei Comuni, la dove si svilupperanno. All’interno del territorio della Martesana, che complessivamente raccoglie ben 300000 abitanti, processi di collaborazione già esistono e hanno una lunga tradizione alle spalle. Solo per citare un esempio, ricordo il “Protocollo d’intesa sui Servizi Sociali”, siglato da nove Comuni del Distretto Sanitario 4, di cui Cassina de’ Pecchi fa parte.
Premessa di qualcosa di più grande?




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